L’autotrasfusione è una procedura trasfusionale che consiste nel trasfondere al soggetto unità del suo stesso sangue e si realizza con una delle seguenti modalità:
Alcuni giorni prima dell’intervento vengono prelevate unità di sangue dal paziente, in fasi successive, fino a raggiungere la quantità prevedibilmente necessaria, in modo da consentirne l’eventuale utilizzo durante l’intervento operatorio e/o successivamente allo stesso. Il sangue prelevato viene conservato secondo i metodi tradizionali e quindi trasfuso, in caso di necessità.
I principali vantaggi dell’autotrasfusione sono:
Il paziente deve essere informato che le unità predepositate vengono conservate fino a scadenza della componente eritrocitaria e che sono disponibili solo per le sue necessità trasfusionali. La scadenza dell’unità di predeposito, le relative modalità di conservazione e di trasporto sono analoghe a quelle per le unità di sangue omologhe.
Il numero massimo di donazioni di sangue intero nell’anno non deve essere superiore a 4 per l’uomo e per la donna non in età fertile, a 2 per la donna in età fertile. L’intervallo tra due donazioni di sangue intero non deve essere inferiore a 90 giorni. L’intervallo di tempo minimo consentito tra due donazioni di plasma e tra una donazione di plasma e una di sangue intero o piastrinoaferesi è di 14 giorni; tra una donazione di sangue intero o di piastrinoaferesi e una di plasma è di 30 giorni. L’intervallo minimo consentito tra due piastrinoaferesi è di 14 giorni; l’intervallo minimo tra una donazione di sangue intero ed una piastrinoaferesi è di 30 giorni. Il numero massimo consentito di piastrinoaferesi è di 6 all’anno. L’elenco completo degli intervalli tra donazioni è contenuto nell’allegato IV del decreto del Ministero della Salute del 2 novembre 2015 recante “Disposizioni relative ai requisiti di qualità e sicurezza del sangue e degli emocomponenti”.